Ma nel disegno, quante pecore c'erano?
Spesso, se non quasi sempre, quando c'è stato un evento culturale e chiedo a chi c'è andato o anche agli organizzatori (in questo caso è più grave...) "com'è andata?", ecco che mi rispondono con un dato numerico, quanta gente c'era, non c'era, ecc. E' questo l'importante, e non cosa è successo, cosa hanno ricevuto o dato, cos'hanno sentito. Tutto è ridotto a un numero. E allora mi viene l'impulso di farlgi leggere il Piccolo principe. Che magari hanno letto, ma capito mi sa di no... In particolare il Cap. IV:
(...)
Se vi ho raccontato tanti particolari sull'asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero, è proprio per i grandi che amano le cifre.
Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai: "Qual'è il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle?"
Ma vi domandano: "Che età ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre?" Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite ai grandi:
"Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto" loro non arrivano a immaginarsela. Bisogna dire: "Ho visto una casa di centomila lire", e allora esclamano: "Com'è bella".
Così se voi gli dite: "La prova che il piccolo principe è esistito, sta nel fatto che era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora. Quando uno vuole una pecora è la prova che esiste". Be', loro alzeranno le spalle, e vi tratteranno come un bambino.
Ma se voi invece gli dite: "Il pianeta da dove veniva è l'asteroide B 612" allora ne sono subito convinti e vi lasciano in pace con le domande. Sono fatti così. Non c'è da prendersela. I bambini devono essere indulgenti coi grandi.
(...)
Eh sì, sono ben strani i grandi... :-)
DanSca
p.s.: questa è una mia riflessione che risale ormai a parecchio tempo fa, ma la trovo sempre valida (purtroppo)... originariamente l'avevo postata su Facebook il 3 aprile 2012, qui ampliata con il testo citato del Piccolo Principe.